Gentile collega,
prima di svelare tutti i nomi di INGranda, presenteremo un’intervista al candidato capolista Danilo Picca, in modo da inquadrare quello che il vero spirito delle elezioni che affronteremo dalla prossima settimana.

Infatti, ogni volta che ci capita di accingerci ad una votazione, di qualsiasi natura sia, le domande che ci poniamo tutti sono: “Cosa vorrà fare questo candidato? Che differenza c’è tra lui ed un altro? Da dove arriva? Chi è?”.
Crediamo quindi che il miglior modo per iniziare, sia porci delle domande che tutti vorrebbero fare ad un candidato e rispondere pubblicamente a queste in assoluta trasparenza.

PERCHÈ TI SEI CANDIDATO?
L’Ordine degli Ingegneri di Cuneo abbraccia una realtà territoriale molto vasta, con peculiarità tipiche della nostra zona e che, per essere tenuta insieme con efficacia, necessita di una maggior attività e dinamicità dell’istituzione rispetto ad altre Province.
E’ comune esperienza di tutti la situazione di “solitudine” in cui molte volte verte il singolo libero professionista che, per questo, si trova spesso disorientato: nell’attuale realtà lavorativa, una delle figure professionali di maggior spicco, qual’è la nostra, risulta svilita dalle distorsioni di un mercato del lavoro impazzito.
Tramite la mia esperienza, partecipazione alle attività dell’Ordine e conoscenza di molti colleghi, ho percepito ben presto la necessità di avere, nell’Ordine, un punto di riferimento forte, che abbia anche un ruolo di protezione nei confronti dell’esterno.
Bisogna recuperare un “senso di appartenenza” che risulta molte volte sopito fra l’attività professionale ed i mille impegni e problemi che ognuno di noi può avere nella vita di tutti i giorni.
Ritengo quindi che si debba fare in maggior misura “gruppo”.
Questa situazione è conseguenza di anni di gestione dei problemi dell’Ingegneria in maniera distaccata dalla realtà che, specie in “zone di frontiera” come la nostra, lascia alla professionalità di ognuno il compito di combattere con la realtà del mondo del lavoro: la conseguenza peggiore di questo è che gli Ingegneri risultano disillusi e, dispiace dirlo, a tratti anche pessimisti.

SÌ, MA NON SEI GIOVANE PER CANDIDARTI AL CONSIGLIO?
La domanda si potrebbe anche ribaltare chiedendo se altri non sono stati troppo vecchi: tralasciando le battute di spirito, essendo un giovane conosco bene i problemi dei giovani ingegneri e le difficoltà delle nuove leve ad affermarsi e farsi sentire: io ho 36 anni, non posso essere sicuramente considerato un anziano dell’Ordine, ma nemmeno inesperto!
Ricordo che il Presidente uscente dell’Ordine degli Ingegneri di Asti ha solo un anno in più di me ed è stato eletto Presidente a 29 anni: l’Ordine di Asti ha sempre funzionato in questi anni e non c’è mica stato un tracollo dell’istituzione, no?
Allo stesso modo all’Ordine degli Ingegneri di Alessandria è stata eletta come Presidente proprio qualche giorno fa una donna di 35 anni…ma poi c’è anche l’esempio di qualche anno fa di Verona con una Presidente eletta a 32 anni.
Insomma, di cosa stiamo parlando? Il criterio anagrafico è una valutazione di giudizio sulla capacità o meno di una persona?
Sarebbe sciocco. Anche se fidarsi di una persona da un lungo passato senza risultati, a mio giudizio, è peggio del rischio nello scommettere su chi si propone per la prima volta, avendo alle spalle una storia breve, ma comunque intensa.
Giovane è un valore aggiunto, in quanto vuol dire dinamismo e spirito innovativo, ma anche voglia di fare e mettersi in discussione.
Giovane è un’attitudine, perchè la giovinezza porta la capacità di analizzare i problemi da un punto di vista nuovo, originale e dai tratti controcorrente.
Giovane è una caratteristica che porta delle qualità non sono solo legate all’età anagrafica, ma legate ad un pensiero che può essere rappresentativo anche di chi non è più tanto giovane, ma si preoccupa per l’avvenire.
Giovane, in questo caso, è una nuova iniziativa, una possibilità di scelta, un cambiamento che deve essere visto nell’ottica di servire a sviluppare sapere, conoscenza e consapevolezza, per poter affrontare insieme le sfide del domani in un panorama professionale sicuramente non facile per gli ingegneri.
Giovane contiene altre problematiche come la questione femminile, le ingegneri donna sono prevalentemente giovani, e la paternità che risulta difficile da portare avanti con i ritmi e le richieste ed insicurezze del lavoro attuale dell’ingegnere.
In ogni modo la nostra non è solo una lista formata di giovani, ci sono persone di lunga eserienza, storie di successo: il nostro è un gruppo dinamico, serio ed operativo!

COSA VUOI FARE?
L’Ordine, secondo la mia visione, dovrebbe promuovere un maggior impegno da parte di tutti gli iscritti affinchè l’attuale situazione d’isolamento cambi.
L’Ordine dovrebbe muovere i sui tentacoli, rappresentati dagli stessi iscritti (che possono essere dipendenti pubblici, privati, imprenditori, impresari, liberi professionisti e docenti), che, abbracciando ogni ramo della società, possono agire in modo da far cambiare la visione del mondo esterno nei confronti dell’Ingegnere per tutelarlo maggiormente.
Questo non può avvenire, però, senza un preciso impegno da parte dell’Ordine, impegno che io mi assumo sia che venga eletto o che rimanga un semplice iscritto.
Tale obiettivo si può ottenere solamente coinvolgendo il maggior numero di iscritti nelle attività dell’Ordine: si deve vitalizzare e rendere vivace la vita, l’operato e le proposte dell’Ordine.
L’attuale momento storico necessita un rilancio della figura dell’ingegnere: lo scopo dell’Ordine deve quindi essere vivacemente propositivo e non limitarsi all’ordinaria amministrazione.
L’Ordine degli Ingegneri non è attualmente incisivo sulla società!
Ci sono tante cose da fare, ne faccio un iniziale elenco:
– Individuare gli obbiettivi di categoria e coordinare le attività dell’Ordine verso il loro raggiungimento;
– Piano di comunicazione e marketing sulla figura dell’ingegnere;
– Ordine itinerante su tutto il territorio e Comitati di Zona;
– Focus Group: riunioni sul territorio a supporto delle Commissioni dell’Ordine con il conferimento di crediti formativi;
– Piano Formativo Professionale annuale da plasmare in base alle reali necessità degli iscritti;
– Ampliamento dell’offerta formativa professionale con un evento formativo principale a trimestre di grande richiamo ed eventi formativi complementari;
– Coordinamento di eventi formativi con Politecnico di Torino ed Università;
– Formazione coordinata con le imprese e le aziende per costituire una cultura comune ed una maggiore connessione fra le realtà produttive;
– Iniziative volte al raggiungimento dell’Equo Compenso per i liberi professionisti come una sorta di contratto di lavoro autonomo con il Committente
– Supporto ed approfondimento della tematica dei Bandi Europei con la possibilità di accedervi anche per gli Ingegneri
– Rafforzamento del processo verso la formazione di strutture professionali di dimensioni maggiori e supporto all’internazionalizzazione
– Supporto legale e recupero crediti;
– Riassetto degli strumenti operativi dell’Ordine, dei temi e del ruolo delle Commissioni e maggiore assiduità nella convocazione delle stesse;
– Flessibilità negli orari delle riunioni e delle commissioni;
– Ampliamento del supporto ai giovani ingegneri e dei servizi ai nuovi iscritti;
– Bollettino dell’Ordine rinnovato come grafica e contenuti;
– Sito internet da migliorare e potenziare nei servizi;
– Eventi ludici e di incontro conviviale: torneo di calcetto, squadra di calcio, gara di kart e giornata sulla neve.

COS’HAI FATTO IN QUESTI QUATTRO ANNI?
Innanzitutto la mia esperienza all’interno delle attività dell’Ordine è ormai decennale, infatti, appena iscritto ho iniziato immediatamente a partecipare a commissioni e riunioni, spinto da un profondo interesse e curiosità.
In questi ultimi quattro anni ho fatto tantissime cose e proposto tantissime iniziative, ho partecipato a Convegni e Seminari, come Relatore e Moderatore, ho scritto su testate di informazione tecnica a livello nazionale proponendo alcune idee, ho conosciuto tanti colleghi ingegneri, tanti colleghi di altre professionalità dentro e fuori provincia.
Ciò che più ho cercato di realizzare, però, è un gruppo di persone con idee e voglia partecipativa, che non si fermi solo a lamentarsi, poiché lamentarsi non è una strategia per risolvere qualcosa, ma che abbia la voglia e gli strumenti per poter avere ruolo attivo e risolutivo di alcune questioni.
Questo mio impegno è sfociato nella fondazione, insieme ad altri giovani colleghi, dell’A.G.I.C. – Associazione Giovani Ingegneri Cuneo, di cui sono il Presidente.
Tramite l’A.G.I.C., a carattere volontario e gratuito, ho potuto mettere in pratica molte idee che altrimenti sarebbero state inascoltate ed inutilizzate: è il tempo di riversare queste forze all’interno di un organo istituzionale più forte di un’Associazione, cioè l’Ordine.
In questo periodo ho maturato una serie di idee, frutto di ragionamenti personali e collettivi, determinati dal confronto con altri colleghi.
Le attività che ho svolto con maggiore impegno all’interno dell’Ordine sono state in Commissione Strutture, in quanto è il settore a cui sono più avvezzo per pratica lavorativa ed in Commissione Giovani, dove ho svolto il ruolo di Coordinatore per l’anno 2014, in cui ho fatto alcune proposte e direi anche di non poco conto.
Ho infatti proposto di far presente al legislatore di inserire un criterio di giudizio per i bandi pubblici basato su di un punteggio specifico in base all’età media dei componenti del raggruppamento, in modo da rendere possibile l’inserimento dei giovani nei gruppi di progettazione non solo in modo nominale, per obbligo di avere in raggruppamento un giovane iscritto all’Ordine da meno di cinque anni, ma anche in modo realmente attivo ed importante, nonché favorire l’introduzione dei collaboratori nell’organigramma dello studio aumentando le dimensioni degli stessi che sono solitamente di dimensioni troppo piccole per affrontare il mercato del lavoro.
In questo modo, per abbassare l’età media del raggruppamento, i colleghi più anziani dovranno appoggiarsi ad elementi giovani: i migliori giovani potranno così formarsi un curriculum consistente ed i più esperti potranno contare su un apporto fresco e motivato.
Ma oltre a questa proposta innovativa ho avuto modo di notare come i semplici effetti della mia candidatura nella tornata elettorale del 2009 e del 2013, nonché le idee espresse dall’A.G.I.C., abbiano avuto un risvolto su alcuni comportamenti dell’Ordine: questa è sicuramente una cosa positiva di cui sono contento, ma mi auguro che i colleghi vogliano mettermi in condizione di poter operare direttamente tramite l’Ordine realizzando subito ed immediatamente quelle innovazioni di pensiero che servono all’interno dell’Ordine.
Grazie a questa possibilità di fare determinata dall’indipendenza dell’A.G.I.C., ciò che ho fatto insieme a tutto il gruppo, ha permesso di inserirci in Inarsind, conoscendo delle persone speciali e fantastiche come Salvo Garofalo, Natalia Guidi e Michela Diracca, che ci ha portati in Confprofessioni, dove sono stato nominato Rappresentante Nazionale Inarsind alla Consulta dei Giovani Professionisti, quindi ad un livello ben più alto del livello provinciale dell’Ordine, su cui vorrei, però, farne ricadere la positività e l’esperienza acquisita a Roma.
Tutto questo mi/ci ha permesso di conoscere diversi Consiglieri del Consiglio Nazionale degli Ingegneri, tra cui l’amico Gianni Massa, Vicepresidente del C.N.I.
Ritengo, con tutto questo, di essere credibile come singolo e come squadra: è necessario votare tutti i componenti del mio gruppo, poiché una persona sola, in Consiglio non riuscirà a fare nulla.
Il mio scopo, il nostro scopo, non sarà quello di prendere autorità dal ruolo all’interno dell’Ordine, ma dare e ridare autorevolezza al ruolo che ricoprirò/ricopriremo all’interno dell’Ordine.